Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XV – 20 maggio 2017.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Scoperta la base molecolare del siero della giovinezza ippocampale del cordone ombelicale. Il plasma del cordone ombelicale, iniettato per via sistemica in roditori anziani, contrasta alcuni importanti effetti dell’invecchiamento cerebrale, incluse le alterazioni della funzione ippocampale. Un nuovo studio ha identificato una proteina chiave del plasma responsabile di questi straordinari effetti di ringiovanimento. [Cfr. Darran Yates, A youthful reminder. Nature Reviews Neuroscience AOP – doi:10.1038/nrn.2017.59, 2017].

 

Realizzato un colorante che identifica i periciti nelle immagini cerebrali in vivo. Ad oggi non esistono tecniche per la precisa identificazione dei periciti vascolari del cervello, Damisah e colleghi hanno realizzato e caratterizzato un mezzo fluorescente che etichetta con assoluta specificità i periciti cerebrali, consentendo immagini ottiche ad alta risoluzione nel topo vivo: Nissl dye Neuro Trace 500/525. I ricercatori hanno fornito evidenze conclusive che le cellule identificate sono molecolarmente e funzionalmente distinte da tutti gli altri tipi cellulari vascolari e cerebrali.  [Damisah E. C., et al. Nature Neuroscience AOP doi: 10.1038/nn4564, 2017].

 

Come sono tenute vive le memorie cognitive. Se durante l’esecuzione di un compito la risposta ad uno stimolo non può essere immediata e deve essere differita, le informazioni necessarie all’esecuzione dovranno essere ritenute come memoria a breve termine. Si ritiene che neuroni della corteccia prefrontale (PFC)  mantengano tali informazioni, ma il circuito alla base di questo ricordo temporaneo finora non era stato individuato. Ora, Kamigaki e colleghi hanno riconosciuto differenti popolazioni di interneuroni nella corteccia prefrontale dorsomediale (dmPFC), che modulano l’attività differita che rappresenta piani di azione. [Cfr. Natasha Bray, Keeping short-term memories alive. Nature Reviews Neuroscience AOP – doi:10.1038/nrn.2017.60, 2017].

 

La localizzazione della fonte di un odore richiede la comunicazione interemisferica. La localizzazione rapida e spontanea dell’origine di un odore, espressa mediante il movimento di orientamento verso la fonte, non si verifica più sezionando la commessura anteriore. Il cervello dei topi compara le informazioni spaziali sull’odorante provenienti dalle due narici per poter definire la provenienza. [Rabell E., et al. Curr Biol. AOP doi: 10.1016/j.cub.2017.04.027, 2017].

 

Il talamo sostiene la corteccia prefrontale per il mantenimento della working memory. Usando l’inibizione optogenetica specifica per la via nervosa, è stato dimostrato che proiezioni del talamo mediodorsale alla corteccia prefrontale supportano il mantenimento della memoria di funzionamento; mentre fibre dirette in senso inverso consentono la successiva selezione di scelta. Le fibre talamo-prefrontali hanno un ruolo specifico per il circuito nel sostenere l’attività del periodo di ritardo nella prova, un contrassegno neuronico del successo nelle prestazioni ai compiti di laboratorio. [Bolkan S. S., et al. Nature Neuroscience AOP doi: 10.1038/nn4568, 2017].

 

I molteplici compiti della segnalazione delle sinapsi al nucleo del neurone. La comunicazione dalle sinapsi al nucleo è essenziale per lo sviluppo neurale, per la plasticità e la riparazione. Oltre al meccanismo elettrochimico rapido, i neuroni impiegano un processo più lento di trasporto di proteine dalla sinapsi al nucleo. Tra i numerosi potenziali vantaggi di questo meccanismo vi è la codificazione dell’informazione spaziale. Recenti evidenze indicano che la comunicazione dalle sinapsi al nucleo potrebbe essere cellula-specifica, con l’identificazione di un distinto meccanismo di accoppiamento eccitazione-trascrizione nei neuroni inibitori. [Curr Opin Neurobiol. 45: 78-84, May 11, 2017].

 

Per lo studio dei traumi cerebrali (TBI, traumatic brain injury) un aiuto dal furetto. Lo studio dei TBI nei roditori ha fornito molti dati importanti, ma la differenza con il cervello umano rimane per molti aspetti eccessiva. Ricercatori dei National Institutes of Health (NIH) di Bethesda hanno individuato nel furetto un promettente modello per nuove indagini. Il furetto è un mustelide (si ricordano le principali famiglie dei carnivori: Felidi, Canidi, Ienidi, Ursidi, Pinnipedi, Mustelidi, Viverridi, Procionidi, Ailuridi), considerato un animale domestico perché addomesticato fin dall’antichità e per secoli addestrato per la caccia. È un animale girencefalo, ossia con una corteccia cerebrale provvista di circonvoluzioni come i primati e non prevalentemente liscia come quella del cane (lissencefalo) e di tanti altri mammiferi cosiddetti inferiori (distanti dai primati), con un’elevata ratio sostanza bianca/materia grigia e con una localizzazione ventrale dell’ippocampo. I furetti presentano anche una taglia corporea compatibile con lo studio preclinico mediante risonanza magnetica nucleare (MRI) e rispondono bene all’addestramento comportamentale. La sperimentazione condotta da Schwerin e colleghi conferma il furetto quale eccellente modello per indagare le alterazioni fisiopatologiche e comportamentali indotte dai traumi cerebrali. [Cfr. J Neurosci Methods  AOP - doi:10.1016/j.jneumeth.2017.05.010, 2017].

 

Notule

BM&L-20 maggio 2017

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